Puoi stare tranquilla! La maggior parte delle volte il rigonfiamento ascellare non è un sintomo grave. Nei casi più comuni è facile che si tratti di un foruncolo o di un accumulo di grasso, però tienilo sempre sotto controllo poiché potrebbe nascondere patologie più gravi come il cancro.
Fra le cause, un pelo incarnito può rappresentarne sicuramente la più comune. Quando il pelo infetta la ghiandola che produce il sudore, si riempie la cavità di pus. Le dimensioni in questo caso possono variare: dalla grandezza di un pisello, a una pallina da golf e può essere doloroso. Solitamente l’infezione si tratta con antibiotici e solo in alcune circostanze deve essere drenato chirurgicamente.
Un’altra causa può essere rappresentata dall’infiammazione di un ganglio. Dato che un po’ di informazione scientifica non guasta mai, per chi non lo sapesse un ganglio è una struttura nervosa periferica con l’aspetto di un piccolo rigonfiamento rotondo o fusiforme. Quando il corpo lotta contro un’infezione, i linfociti (le cellule del sistema immunitario) all’interno dei gangli, si moltiplicano per combattere l’infezione e i gangli si rigonfiano. In questo caso, il medico prescriverà una serie di esami del sangue per valutare la presenza di virus, batteri e funghi, per individuarli, trattarli ed eliminare l’infiammazione.
L’accumulo di grasso è la terza causa di rigonfiamento. I lipomi non sono cellule maligne, si tratta semplicemente di accumuli di cellule adipose molto frequenti a livello di collo, schiena e spalle, più raramente possono apparire anche sotto le ascelle. Non si conoscono le origini di questa condizione ma generalmente non divengono maligne. I lipomi possono essere eliminati tramite iniezioni di steroidi, in modo tale da farli restringere, oppure si può decidere di estirparli chirurgicamente.
Raramente, anche se non troppo, un rigonfiamento è il sintomo di una reazione allergica dovuta a deodoranti, saponi, detergenti e vaccini.
Spiegami, com’è il tuo rigonfiamento?
Dovrai cercare di essere più specifica possibile riguardo le dimensioni (non deve superare il centimetro di diametro), capire se ti provoca dolore al tatto, se ti sembra duro o morbido, se è rimane fisso nella sua posizione oppure sembra mobile e se sei affetta da altre sintomatologie. Ad esempio, se il rigonfiamento è soffice, si muove al tatto, è doloroso e si accompagna al mal d’orecchie, rinite o lesioni cutanee è probabile che il medico vi segnalerà una infezione. Invece, se non si prova dolore ma si accompagna a sintomi quali febbre, sudorazione notturna, perdita di peso, è possibile che si tratti di un linfoma.
Sono rarissimi i casi in cui il rigonfiamento è un linfoma o un altro tumore. Potrebbe trattarsi di una metastasi di un tumore mammario, per questo è importante esaminare periodicamente il proprio seno, tra un ciclo mestruale ed un altro, proprio come riportato nell’articolo Come controllare il seno con l’autopalpazione.